PRIMA PARTE: DALLA FONDAZIONE FINO AL 1900
Il Corriere della Sera nacque il 5 marzo 1876 a Milano, fondato da Eugenio Torelli Viollier, giornalista di origine napoletana con esperienza nelle testate giornalistiche milanesi come La Perseveranza e Il Pungolo, direttore de La Lombardia e Riccardo Pavesi, editore della stessa testata. In un contesto di crescita industriale e di trasformazioni sociali che caratterizzavano l’Italia post-unitaria, il Corriere si propose come un giornale borghese e moderato, rivolto a una classe media emergente. La sua storia fino alla fine del XIX secolo è caratterizzata da un lento ma costante sviluppo, che lo portò a diventare uno dei più importanti quotidiani italiani, in diretta competizione con Il Secolo.
Linea editoriale del Corriere della Sera
Fin dalla nascita, il Corriere della Sera seguì una linea editoriale moderata e liberale, con una particolare attenzione alla borghesia urbana e alle classi sociali più istruite. L’obiettivo di Torelli Viollier era quello di creare un quotidiano serio e autorevole, capace di attrarre un pubblico colto e interessato a una visione equilibrata dei fatti. La cronaca politica e gli eventi nazionali e internazionali erano trattati con un approccio rigoroso e sobrio, evitando il sensazionalismo e mantenendo una certa neutralità. Allo stesso tempo, il giornale dava grande importanza alla cultura, dedicando ampio spazio a recensioni letterarie, teatro, arte e scienza.
Il Corriere si distingueva per uno stile giornalistico preciso e analitico, mirato a fornire un’informazione accurata e approfondita, senza inclinazioni politiche troppo evidenti. Questo approccio lo differenziava da altre testate, che spesso erano influenzate da forti ideologie politiche.
Differenze con Il Secolo
In quegli anni, Il Secolo era il principale quotidiano milanese e uno dei più diffusi in Italia. Fondato nel 1866 da Edoardo Sonzogno, Il Secolo aveva una linea editoriale decisamente diversa da quella del Corriere della Sera. Era un giornale popolare e progressista, con una chiara inclinazione a sostegno delle idee democratiche e repubblicane. La sua impostazione lo rendeva vicino agli ideali della sinistra risorgimentale e attirava un pubblico composto soprattutto da lavoratori, piccoli borghesi e classi meno abbienti.
Il Secolo era caratterizzato da uno stile giornalistico più diretto e accessibile, con articoli che spesso assumevano toni di denuncia sociale e politica. Dava ampio spazio alla cronaca cittadina, agli eventi locali e alle questioni sociali, cercando di attirare un pubblico vasto e popolare. Inoltre, il giornale non temeva di esprimere posizioni politiche nette, diventando un punto di riferimento per i movimenti progressisti dell’epoca.
Questa differenziazione con il Corriere della Sera era evidente non solo nei contenuti, ma anche nella forma: mentre Il Secolo puntava su articoli brevi e facilmente comprensibili, il Corriere prediligeva analisi più dettagliate e approfondite, con uno stile più formale e sobrio.
La lenta crescita del Corriere della Sera
A differenza del successo immediato de Il Secolo, il Corriere della Sera conobbe una crescita lenta nei primi decenni della sua storia. Nonostante la qualità e l’autorevolezza dei contenuti, il giornale faticò inizialmente a imporsi nel mercato editoriale, dove Il Secolo dominava grazie alla sua maggiore accessibilità e al sostegno politico dei gruppi democratici.
Uno dei fattori che favorì la crescita del Corriere fu la scelta di Torelli Viollier di puntare sulla qualità dell’informazione e sulla competenza giornalistica, investendo in una rete di corrispondenti esteri e introducendo reportage dettagliati su temi di grande interesse, come la politica internazionale e le innovazioni scientifiche. Questa strategia, seppur non immediatamente redditizia, contribuì a costruire la reputazione del Corriere come giornale autorevole e affidabile.
Il ruolo della cultura e della letteratura
Il Corriere della Sera fece della cultura uno dei suoi punti di forza, dedicando spazio a recensioni di libri, spettacoli teatrali e articoli di critica letteraria. Questa attenzione verso la cultura lo rese un punto di riferimento per l’élite intellettuale milanese e nazionale, e fu uno degli elementi che contribuì alla sua crescita. Gli articoli culturali del Corriere si distinguevano per la loro qualità e per la presenza di firme prestigiose, che contribuirono a far emergere il giornale rispetto ai concorrenti.
Il passaggio da serale a mattutino
Un altro passo importante nello sviluppo del Corriere della Sera fu il passaggio da giornale solamente serale alle due edizioni, la prima pomeridiana, nel 1883. Questo cambiamento gli permise di competere più direttamente con Il Secolo, aumentando la diffusione e raggiungendo un pubblico più ampio. Il nuovo formato mattutino consentì al Corriere di diventare un giornale di riferimento per la borghesia milanese, che lo considerava una fonte di informazione affidabile e di qualità.
La fine del XIX secolo e il consolidamento
Alla fine del XIX secolo, il Corriere della Sera iniziava a consolidarsi come uno dei principali quotidiani italiani, grazie a una serie di scelte editoriali che ne avevano migliorato la reputazione. La concorrenza con Il Secolo rimase forte, ma il Corriere, grazie alla sua linea moderata e alla qualità delle informazioni, cominciava a guadagnare terreno, soprattutto tra la classe dirigente e intellettuale.
Il consolidamento definitivo sarebbe arrivato solo nel XX secolo, ma già alla fine del 1800 il Corriere della Sera era riuscito a costruirsi una posizione solida e autorevole, ponendosi come un giornale di riferimento per chi cercava un’informazione accurata e indipendente, senza la forte politicizzazione che caratterizzava Il Secolo. Questa differenza, seppur sottile, avrebbe segnato la futura storia del giornalismo italiano, con il Corriere che sarebbe diventato uno dei pilastri della stampa nazionale.
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