La nuova filosofia è la risoluzione completa, assoluta, coerente, della teologia nell’antropologia, perché è la risoluzione della teologia non soltanto nella ragione, come aveva fatto la vecchia filosofia, ma anche nel cuore, in breve nell’essere reale e totale dell’uomo. Ma anche sotto questo rapporto è il risultato necessario della vecchia filosofia, perché ciò che viene risolto una volta nell’intelletto, deve risolversi alla fine anche nella vita, nel cuore, nel sangue dell’uomo; ed è anche nello stesso tempo l’inveramento della vecchia filosofia, proprio in quanto essa è una verità nuova ed autonoma: solo la verità diventata carne e sangue è verità. La vecchia filosofia ricadeva necessariamente nella teologia: ciò che è superato soltanto nell’intelletto, cioè in abstracto, trova ancora un’opposizione nel cuore. La nuova filosofia, invece, non può più ritornare indietro: ciò che è morto nel corpo e nell’anima non può più ricomparire neppure come fantasma.
L’uomo non si distingue affatto dalle bestie soltanto per il pensiero. La sua differenza dalle bestie è data piuttosto dalla sua essenza considerata nella sua totalità. Certamente chi non pensa, non è un uomo; ma non perché il pensiero sia la causa dell’essere umano, ma soltanto perché è una conseguenza e una proprietà necessaria. … La nuova filosofia fa dell’uomo l’oggetto unico, universale e supremo della filosofia, includendovi la natura considerata come fondamento dell’uomo. La nuova filosofia fa dell’antropologia, con inclusione della fisiologia, la scienza universale.
….
La filosofia dell’identità assoluta ha completamente sposato il punto di vista della verità. Il punto di vista naturale per l’uomo, il punto di vista della differenza tra l’io e il tu, tra il soggetto e l’oggetto, è il punto di vista assoluto e, di conseguenza, anche il punto di vista della filosofia.
….
La verità non esiste nel pensiero, non esiste nel sapere considerato in se stesso. La verità non è altro che la totalità della vita e dell’essere umano. L’uomo singolo, considerato in se stesso, non racchiude l’essenza dell’uomo in sé, né in quanto essere morale, né in quanto essere pensante. L’essenza dell’uomo è contenuta soltanto nella comunione, nell’unità dell’uomo con l’uomo: ed è tale unità che si appoggia sulla realtà della differenza tra l’io e il tu. La solitudine è finitezza e limitatezza; la comunione è libertà e infinitudine. L’uomo considerato per se stesso è uomo nel senso abituale della parola; l’uomo con l’uomo, ossia l’unità dell’io e del tu, è Dio. … La vera dialettica non è un monologo del pensatore solitario con se stesso, ma un dialogo tra l’io e il tu.
….
La vecchia filosofia ha una doppia verità: la verità considerata per se stessa, che non si cura dell’uomo, cioè la filosofia, e la verità per l’uomo, cioè la religione. La nuova filosofia, invece, in quanto filosofia dell’uomo, è essenzialmente anche una filosofia per l’uomo. Senza pregiudizio della dignità e della autonomia della teoria, anzi in profondo accordo con essa, la nuova filosofia ha essenzialmente una tendenza pratica nel più alto senso della parola: essa subentra al posto della religione, implica in se stessa l’essenza della religione, è essa stessa veramente religione.
Feuerbach, Principi della filosofia dell’avvenire
Rispondi