La logica generale … fa astrazione da ogni contenuto della conoscenza, e attende che da un altro lato qualsiasi le siano date rappresentazioni, al fine di trasformare anzitutto tali rappresentazioni in concetti: ciò avviene analiticamente. Per contro, la logica trascendentale ha dinanzi a sé il molteplice della sensibilità a priori che le è fornito dall’estetica trascendentale. Quest’ultima fa ciò per dare ai concetti puri dell’intelletto una materia, senza la quale essi risulterebbero privi di ogni contenuto, e quindi del tutto vuoti. Spazio e tempo, orbene, contengono un molteplice dell’intuizione pura a priori, ma costituiscono nondimeno le uniche condizioni della recettività del nostro animo, sotto le quali esso può accogliere rappresentazioni di oggetti: esse quindi debbono pure modificare sempre i concetti di tali oggetti. La spontaneità del nostro pensiero, tuttavia, esige che questo molteplice sia dapprima in certo modo dominato, raccolto e collegato, perché si possa trarne una conoscenza. Questo atto, io lo chiamo sintesi.
Per sintesi poi, nel senso più generale, io intendo l’atto di aggiungere l’una all’altra diverse interpretazioni, e di comprendere la loro molteplicità in una sola conoscenza. Una tale sintesi è pura, se il molteplice è dato non empiricamente, bensì a priori (come il molteplice nello spazio e nel tempo). Anteriormente ad ogni analisi delle nostre rappresentazioni, queste devono essere già date, e nessun concetto, riguardo al suo contenuto, può sorgere analiticamente. …. La sintesi è nondimeno ciò che propriamente raccoglie gli elementi per costituire conoscenze, e li riunisce in un certo contenuto. Essa è dunque la prima cosa cui dobbiamo prestare attenzione, se vogliamo formulare un giudizio sull’origine prima della nostra conoscenza.
La sintesi in generale … è il semplice effetto della capacità di immaginazione, di una cieca, ma indispensabile funzione dell’anima, senza la quale non avremmo mai una conoscenza, ma della quale siamo coscienti solo di rado. Il riportare questa sintesi a concetti, tuttavia, è una funzione la quale tocca l’intelletto, e mediante le quale esso ci procura per la prima volta la conoscenza in senso proprio.
La sintesi pura, orbene, rappresentata in modo generale, ci dà il concetto puro dell’intelletto. Per sintesi pura, peraltro, io intendo quella che si basa su un fondamento dell’unità sintetica a priori.
….
Mediante l’analisi, differenti rappresentazioni vengono riportate sotto un solo concetto (un compito, questo, di cui si occupa la logica generale). Ma il riportare a concetti non già le rappresentazioni, bensì la sintesi pura delle rappresentazioni, è ciò che insegna la logica trascendentale. Il primo strumento, che ci deve essere dato per la conoscenza a priori di tutti gli oggetti, è il molteplice dell’intuizione pura; la sintesi di questo molteplice attraverso la capacità di immaginazione costituisce il secondo strumento, ma non fornisce ancora alcuna conoscenza. I concetti, che danno unità a questa sintesi pura, e che consistono unicamente nella rappresentazione di questa unità sintetica necessaria, sono il terzo strumento per la conoscenza di un oggetto che si presenti, e si fondano sull’intelletto.
La medesima funzione, che fornisce unità – in un solo giudizio – alle differenti rappresentazioni, fornisce altresì unità – in una sola intuizione – alla semplice sintesi di diverse rappresentazioni: tale unità, con espressione generale, si chiama il concetto puro dell’intelletto. Perciò il medesimo intelletto – e proprio attraverso i medesimi atti con cui esso, mediante l’unità analitica, ha realizzato nei concetti la forma logica di un giudizio – introduce altresì un contenuto trascendentale nelle sue rappresentazioni, mediante l’unità sintetica del molteplice nell’intuizione in generale. Per questa ragione, tali rappresentazioni si chiamano concetti puri dell’intelletto, i quali si riferiscono a priori ad oggetti: ciò non può essere fornito dalla logica generale.
In tal modo sorgono proprio altrettanti concetti puri dell’intelletto – i quali si rivolgono a priori a oggetti dell’intuizione, in generale – quante erano … le funzioni logiche in tutti i giudizi possibili. In effetti, le suddette funzioni esauriscono pienamente l’intelletto, e misurano totalmente la sua capacità. Chiameremo quindi questi concetti – seguendo Aristotele – categorie. A dire il vero, la nostra intenzione è inizialmente proprio quella di Aristotele, sebbene nell’esecuzione essa si allontani assai da quella aristotelica.
Tavola delle categorie.
1
Della quantità
Unità;
Pluralità;
Totalità.
2
Della qualità
Realtà;
Negazione;
Limitazione.
3
Della relazione
dell’Inerenza e sussistenza (substantia et accidens);
della Causalità e dipendenza (causa e effetto);
della Comunanza (azione reciproca tra l’agente e il paziente).
4
Della modalità
Possibilità – impossibilità;
Esistenza – non essere;
Necessità – contingenza.
Questo è dunque l’elenco di tutti i concetti puri originari della sintesi: l’intelletto li contiene in sé a priori, e soltanto in vista di questi esso è inoltre un intelletto puro, dato che solo mediante questi esso può intendere qualcosa nel molteplice dell’intuizione, ossia può pensare un oggetto della medesima. Questa classificazione è ricavata sistematicamente da un principio comune, cioè dalla facoltà di giudicare (che equivale alla facoltà di pensare).
Kant, Critica della ragione pura, Analitica trascendentale
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