Platone, la conoscenza iniziatica e l’avversione verso la scrittura

Una delle tematiche più discusse dagli studiosi di Platone è la sua avversione verso la scrittura come mezzo per comunicare la conoscenza profonda o iniziatica. Questo scritto esplorerà le ragioni dietro questa posizione, evidenziando come Platone distingua tra conoscenza iniziatica e conoscenza scientifica, e come questa distinzione influenza il suo atteggiamento nei confronti della scrittura.

La concezione platonica della conoscenza

Per comprendere l’avversione di Platone verso la scrittura, è fondamentale analizzare la sua concezione della conoscenza. Platone distingue tra:

  • Doxa (opinione) : conoscenza basata sulle percezioni sensoriali, mutabile e soggetta a errori.
  • Episteme (conoscenza vera) : conoscenza delle Idee o Forme, immutabile e accessibile attraverso la ragione e la dialettica.

La conoscenza iniziatica rientra nella sfera dell’episteme. Si tratta di un percorso di elevazione dell’anima, che conduce l’individuo a cogliere le verità ultime dell’esistenza. Questo tipo di conoscenza non è semplicemente informativa ma trasformativa, richiedendo un coinvolgimento personale e una guida esperta.

La critica della scrittura nel “Fedro”

Nel dialogo “Fedro”, Platone, attraverso le parole di Socrate, espone una critica articolata della scrittura. Il mito di Thoth e del re Thamus servono come allegoria per evidenziare i limiti della scrittura:

  • Illusione di sapere : la scrittura offre una parvenza di conoscenza senza la comprensione profonda. Chi legge può accumulare informazioni senza realmente assimilare il sapere.
  • Indebolimento della memoria : affidandosi ai testi scritti, gli individui rischiano di non esercitare la memoria e la capacità di riflessione autonoma.
  • Incapacità di dialogo : un testo scritto non può rispondere alle domande del lettore, né adattarsi al suo livello di comprensione.
  • Diffusione Indiscriminata : la scrittura rende il sapere accessibile a tutti, compresi coloro che non sono preparati a riceverlo correttamente.

La conoscenza iniziatica e l’oralità

Per Platone, la conoscenza iniziatica richiede un approccio interattivo:

  • Dialogo socratico : il metodo dialettico permette di esplorare le idee attraverso domande e risposte, stimolando la riflessione critica.
  • Maestro e discepolo : la presenza di un maestro è essenziale per guidare l’allievo nel percorso di apprendimento, adattando l’insegnamento alle sue esigenze.
  • Esperienza diretta : la comprensione profonda avviene attraverso l’esperienza personale e l’intuizione, elementi che la scrittura non può trasmettere.

L’oralità garantisce che la conoscenza sia trasmessa in modo controllato, preservando la sua integrità e assicurando che solo chi è pronto possa accedervi.

La scrittura e la conoscenza scientifica

La conoscenza scientifica o tecnica nell’antica Grecia era spesso di natura pratica:

  • Trasmissione scritta accettata : per informazioni tecniche o manuali d’istruzione, la scrittura era uno strumento utile e consentito.
  • Meno implicazioni filosofiche : la conoscenza scientifica non richiedeva lo stesso livello di introspezione o trasformazione interiore.

Platone non esprime la stessa preoccupazione per la scrittura in questo ambito perché non coinvolge le verità ultime o la formazione dell’anima.

Le contraddizioni di Platone

È paradossale che Platone abbia scritto numerosi dialoghi nonostante la sua critica alla scrittura:

  • Uso strategico della scrittura : i suoi testi possono essere visti come strumenti per introdurre i lettori alla filosofia, stimolando la riflessione senza svelare completamente la conoscenza iniziatica.
  • Forma dialogica : la scelta del dialogo come forma letteraria cerca di imitare l’interattività del discorso orale.
  • Consapevolezza dei limiti : Platone potrebbe aver riconosciuto che la scrittura, pur con i suoi limiti, era necessaria per preservare e diffondere le sue idee.

Implicazioni per la trasmissione del sapere

La posizione di Platone solleva questioni importanti sulla natura della conoscenza e su come dovrebbe essere trasmessa:

  • Qualità contro quantità : l’enfasi è sulla profondità della comprensione piuttosto che sulla quantità di informazioni accumulate.
  • Preparazione dell’allievo : Non tutti sono pronti a ricevere la conoscenza profonda; è necessario un percorso preparatorio.
  • Rischi della diffusione indiscriminata : La conoscenza senza comprensione può portare a fraintendimenti o uso improprio.

Conclusione

La critica di Platone alla scrittura nel contesto della conoscenza iniziatica riflette una visione della filosofia come percorso esoterico, riservata a coloro che sono disposti a intraprendere un viaggio di trasformazione interiore. La scrittura, per quanto utile in altri ambiti, è vista come insufficiente per trasmettere questo tipo di sapere.

Nel distinguere tra conoscenza iniziatica e scientifica, Platone sottolinea che non tutti i tipi di conoscenza sono uguali né richiedono gli stessi metodi di trasmissione. La sua avversione verso la scrittura non è assoluta ma contestualizzata: riguarda la salvaguardia della profondità e della purezza della conoscenza filosofica.

In un’epoca come la nostra, caratterizzata da un accesso illimitato alle informazioni, le riflessioni di Platone ci invitano a considerare non solo cosa apprendiamo ma anche come lo facciamo. La vera conoscenza richiede più di una semplice lettura; richiede dialogo, riflessione e un impegno personale profondo.

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